CONCORSO INTERNAZIONALE “EUROPA E I GIOVANI 2006”
DALLE UNIVERSITÀ ALLE ELEMENTARI.
Quarto premio a pari merito - 28 maggio 2006
Liceo "Leopardi - Majorana" di Pordenone
Studentessa: Diana Maranzana
Docente: Francesca Costa
Ecogiallo a
Topinlandia
Era una notte buia, anzi buissima …
– Ma che dico Francesca, io ho paura del buio e dormo sempre con la lucetta
accesa, non voglio che sia così buio. Rincomincio, va bene Francesca? Allora,
dove ero rimasta? Ah, sì! –
Era una notte non troppo buia, perché la luna rischiarava tutto il
paesaggio e si poteva scorgere il villaggio dei Topi dalle Grandi Code Rosa:
Topinlandia. Il paese si trovava alla periferia di una piccola discarica abusiva.
Le casette erano ricavate dalle lattine delle bevande
- Proprio come quelle con cui hanno costruito il Partenone a scuola, come
quello che c’è nell’atrio, sai quale Francesca? -
quindi erano tutte variopinte e
sotto i raggi della luna brillavano come se fossero stelle cadute dal cielo.
Erano scintillanti, come i castelli delle principesse. Nel paesello regnava un
gran silenzio, ma non era così al centro della discarica, dove, di quando in
quando, si sentivano i rumori di frenate, corse veloci, tonfi e poi sgommate. I
Topi dalle Grandi Code Rosa sapevano che uscire dalle case col buio,
soprattutto nelle notti di luna piena, era molto pericoloso: molti di loro non
erano più tornati dai loro famigliari. Non immaginavano che cosa potesse
accadere, ma capendo il pericolo, stavano tutti rintanati e cercavano di non
far nessun rumore. Percepivano solo che gli umani arrivavano veloci e furtivi
per lasciare tutte le cose che a loro non servivano più, continuando così a far
crescere quell’ammasso informe di immondizia.
Ratata era un piccolo topino dalla figura esile, il suo pelo era liscio e
lucido, aveva un ciuffetto ribelle sulla fronte, i baffetti sempre dritti, era
particolarmente intelligente e lo si poteva capire dallo strano brillio che
aveva negli occhietti. La sua mamma, Toplina, gli aveva cucito con tanto amore
una maglietta rossa e dei pantaloncini blu. Era molto generoso e sempre
disposto a dividere il suo cibo e confortare quanti ne avessero bisogno. Era sempre
felice e mai triste, o avvilito.
- A me invece succede di essere
avvilita e non so nemmeno perché -
Però aveva un difetto.
- sai Francesca? -
Era pigro, tanto pigro e non voleva mai camminare, per questo prendeva
sempre il treno, ovunque dovesse andare. Eh sì, a Topinlandia c’erano tutti i mezzi
di locomozione: autobus, treni, macchinine e persino camion. Erano tutti i
giocattoli che i bambini non volevano più e molti avevano ancora le batterie
che funzionavano. Ratata era ben voluto da tutti, persino dal conducente del
trenino, Roditop. Lui sì che era un topone gigantesco, non riusciva nemmeno ad
entrare nella locomotiva, infatti era lui che aveva l’incarico di condurre i
treni senza più batteria e lo faceva tirandoli con una cordicella: riusciva a
trascinare anche 7 passeggeri per volta che aiutava a salire con la sua grande
e grossa coda. Non aveva molta cura del
suo aspetto, il suo pelo era sempre arruffato e vestiva sempre di nero, così
nessuno si poteva accorgere di quanto fosse sporco, ma aveva un gran pregio:
era molto disponibile ed affettuoso. Inoltre, portava sempre un gran fischietto
che non adoperava mai, ma si vantava di averlo e diceva a tutti che era fashion
e trendy.
Ratata aveva un grande amico, di quelli che si dicono proprio compagni di
formaggio. Il suo nome era Topgnam e nemmeno a dirlo, era quello a cui piaceva
mangiare di più. Era un golosone. Topgnam era così grasso che la sua casetta
era l’unica diversa da tutte le altre….. eh sì…..lui dentro una lattina proprio
non riusciva ad entrare e dormiva dentro una scatola di scarpe, dove si era
costruito una dispensa per le sue scorte di prelibatezze.
Quella notte però, Topgnam aveva una fame nera e le sue scorte di cibo
erano finite. Era così affamato che non riusciva ad addormentarsi e vedeva
ovunque i sorci verdi. Così, incurante del pericolo, per trovare qualcosa da
mettere sotto i denti, decise di uscire ed avventurarsi verso la discarica.
Ratata lo vide passare furtivo e lo seguì, sapeva dei topi scomparsi e da
sempre voleva sapere che cosa capitava di notte nella discarica. Inoltre, pensò
che poteva essere di aiuto al suo amico se si fosse trovato in difficoltà. Lo
seguiva a distanza, perché non voleva che il suo compagno si accorgesse di lui.
Fra il villaggio dei Topi dalle Grandi Code Rosa e la discarica si trovava un
piccolo scolo da cui si alzava una leggera nebbiolina. Tutto intorno, l’odore
era terribile, era proprio puzza nauseabonda, acre, entrava persino in bocca e
lasciava uno strano sapore. La nebbiolina faceva uno strano effetto, infatti
sembrava che gli odori prendessero corpo, era quella infatti la parte più
puzzolente, l’acqua era così sporca, non sembrava nemmeno liquida.
Topgnam continuava a correre verso il centro della discarica quando si
accorse di uno strano scatolone di colore giallo con uno strano disegno nero,
che sembrava un’elica. Sul cartone c’era scritto “isotopo dell’uranio 235”. Pensò che si potesse trattare
della casa di un altro topo golosone come lui e incuriosito, incominciò a
girare intorno ad essa nella speranza di trovare un buco per potervi entrare e
fare la conoscenza di un probabile nuovo amico. Niente da fare! Era tutta
chiusa, ma lui, curioso, non si diede per vinto e incominciò a rosicchiare. Con
sua grande sorpresa si accorse che era piena di lattine di color giallo e tutte
riportavano la stessa scritta e lo stesso disegno. Pensò allora che si dovesse
trattare di un trasloco di un’intera famiglia che avrebbe vissuto al numero
civico 235 di Topinlandia, il cui cognome fosse Uranio, ma la cosa che non
riusciva a capire era come mai tutti si potessero chiamare Isotopo. Dalle
lattine non usciva nessun rumore e Topgnam pensò che probabilmente, la famiglia
Uranio stesse rintanata nelle casette. Infatti, se avevano deciso di traslocare
a Topinlandia di certo sapevano della pericolosità di uscire nelle notti di
luna piena. Cercando di fare meno rumore possibile incominciò a rosicchiare
fino a riuscire ad entrare, era vuota, non c’era niente, all’improvviso sentì
uno scossone….pensò che Isotopo fosse di ritorno…. Invece si accorse che un umano
aveva sollevato lo scatolone e si dirigeva veloce verso un grandissimo camion.
Topgnam era disperato, che fare ora? Non gli rimaneva altro che stare zitto ed
immobile ed aspettare, ma si rendeva conto che la sua sorte era segnata. Nel
frattempo incominciava a sentire un prurito incredibile e incominciava a
grattarsi.
- Francesca, pensa che paura aveva!!! –
Ratata, che si era sempre tenuto a debita distanza, aveva visto tutto,
nemmeno lui sapeva cosa fare, come poteva salvare il suo amico soprattutto ora che
era su quel grande camion? Non sapeva prendere una decisione, ma si accorse che
l’uomo che aveva caricato lo scatolone nel camion stava discutendo animosamente
con il conducente, perché per l’ennesima volta lo scatolone era manomesso. Ratata
continuava a guardarsi in giro nella speranza di poter trovare una soluzione.
Per fortuna, anche Roditop quella sera non riusciva ad addormentarsi ed
aveva visto passare velocemente Ratata davanti alla sua casetta. La cosa lo
stupì, lui sapeva quanto fosse pigro quel topino e a quell’ora tutti i mezzi di
trasporto erano fermi, quindi dove voleva andare Ratata, cosa voleva fare?
Preoccupato per il “ragazzo”, incominciò a seguirlo, ma nelle vicinanze dello
scolo ne aveva perso le tracce. Che disdetta! Ora sì che Ratata era nei guai.
Era una situazione di emergenza: si mise a correre a più non posso per cercare
aiuto. Arrivato al paese incominciò a soffiare, con tutto il fiato che aveva in
gola, dentro al suo fischietto fashion trendy. I Topi dalle Grandi Code Rosa
uscirono dalle loro case e ascoltarono quanto Roditop aveva da raccontare.
Immediatamente decisero di andare tutti insieme alla ricerca di Ratata,
sapevano che se fossero stati tutti in gruppo forse avrebbero corso meno
pericoli. Arrivarono fino allo scolo in un battibaleno e si accorsero di una
strana luce lontana, decisero così di incamminarsi in quella direzione. Man
mano che si avvicinavano erano sempre più abbagliati e non riuscivano nemmeno
più ad orientarsi. Così perso per perso, decisero che per ritrovarlo avrebbero
dovuto urlare a squarciagola il nome del loro amico, che nel frattempo era
riuscito a salire nel camion e ad entrare nello scatolone:
« RA-TA-TA! RA-TA-TA! RA-TA-TA! RA-TA-TA! RA-TA-TA! RA-TA-TA! RA-TA-TA! »
I due uomini, scambiarono le urla di richiamo per spari e presi dal terrore
scaricarono immediatamente lo scatolone dal camion e scapparono in tutta
fretta, anche perchè in lontananza si sentivano le sirene della polizia e si
potevano scorgere le luci blu dei lampeggianti.
WWWOOOOOWWW!!!
Le macchine erano tante, tantissime. Tutte sfrecciarono davanti alla
discarica, tranne una, dalla cui macchina uscirono due poliziotti, che
incominciarono a rovistare fra le immondizie. Avevano uno strano strumento in
mano che faceva uno strano rumore, che raggiunse la maggior intensità proprio
vicino allo scatolone giallo con disegnate le eliche. I Topi dalle Grandi Code
Rosa erano tutti lì intorno e cercavano di aiutare Ratata e Topgnam ad uscire
dalla lattina e dallo scatolone. I due amici non stavano molto bene, anzi,
stavano malissimo, ma Topgnam era sicuramente quello che stava peggio: sembrava
proprio morto. I poliziotti si avvicinarono e con grande tenerezza li presero
in mano e si incamminarono verso la macchina, inutile dire che dietro di loro,
in silenzio e a testa bassa camminavano tutti i topi, in cuor loro sapevano che
quei due umani non erano pericolosi e speravano che potessero fare qualcosa per
salvare i due compagni. Una volta arrivati alla macchina i due poliziotti
presero una strana bomboletta e incominciarono a spruzzare qualcosa sui due
topini, rendendo il loro pelo tutto bagnato. Finita questa operazione, li
avvolsero in uno straccio che avevano in macchina e li deposero, ancora
storditi, all’interno di una valigia che era proprio lì vicino, sembrava il
posto ideale per far passare loro la notte, quella notte di luna piena. I Topi
dalle Grandi Code Rosa rimasero tutti intorno ai due amici, mentre le luci blu
si allontanavano sempre di più fino a scomparire. La luna non voleva lasciare
il posto al sole, il giorno tardava a ritornare. Nessuno fiatava e tutti
avevano gli occhietti puntati su Ratata e Topgnam. Le ore sembravano non passare
mai, anche i minuti diventarono llluuunnnggghhhiii come secoli……..,
llluuunnnggghhhiiisssiiimmmiii come millenni, ma finalmente arrivò l’alba tanto
attesa.
-Francesca, ma perché quando uno ha paura o è triste il tempo non passa mai
e si allunga?-
I due eroi, perché ormai erano considerati tali, incominciarono a sbattere
le palpebre e il silenzio fu rotto da squittii di gioia e che gioia! Nemmeno le
croste di formaggio più succulente avrebbero potuto rendere i Topi dalle Grandi
Code Rosa più felici. Ormai il pericolo era scampato!!!
EVVIVA squit! EVVIVA squit! EVVIVA squit!
Roditop si allontanò, ma nessuno si accorse della sua mancanza, fino al suo
arrivo, che non passò certo inosservato: era alla guida di un autoambulanza con
tanto di sirene e luci blu, le sue batterie funzionavano ancora perfettamente.
Ah ah ah! Infatti, sapendo di quanto Ratata fosse pigro, proprio ora che stava
male di certo non voleva farlo arrivare a Topinlandia a piedi. Lui ed il suo
amico, sorretti ed aiutati, furono caricati sul mezzo e, dietro questo, si
snodò un corteo di canterini e danzatori.
-Proprio come quello della storia del Pifferaio
Magico. La consoci Francesca?-
Nei due giorni che seguirono, Ratata e Topgnam furono oggetto di attenzioni
continue e i due furbacchioni si lamentavano un po’ più del necessario, così
facendo sapevano di poter avere cose sempre succulente da mangiare, senza fare
nemmeno la fatica di andarsele a cercare.
-Anche io faccio così quando voglio le coccole o cose buone da mangiare, ma
non dirlo a Erica, va bene Francesca?-
Quando non era di servizio, Roditop andava sempre alla discarica sia per
trovare cibo che mezzi di locomozione. Erano passati appunto due giorni da
quella notte terribile. Il topone era solito raccogliere anche giornali che
servivano a tutti come coperte e mentre li stava raccogliendo…… il suo sguardo
cadde su una immagine: riconobbe i due poliziotti che avevano aiutato e salvato
Ratata e Topgnam. Cercò di non sgualcire quella pagina e in tutta fretta
ritornò a Topinlandia. Arrivato in piazza, ancora una volta suonò il suo
fischietto fashion trendy. Tutti accorsero e venne letto ad alta voce
l’articolo di giornale.
Sgominata banda pericolosa, anzi pericolosissima
Da mesi gli
investigatori erano sulle tracce di una euro-banda criminale che trafficava in
pericoloso materiale radioattivo: isotopo dell’uranio 235. Grazie all’intervento
della squadra mobile si è potuto interrompere questa attività criminosa………
………gli scambi
avvenivano in località Topaligo dove venivano lasciate scatole con tale
materiale radioattivo, che poi i corrieri della banda acquirente provvedevano a
recuperare indisturbati………
……… L'esposizione ad agenti chimici tossici che si accumulano
nell'ambiente e nel nostro corpo, interferendo con il sistema ormonale e
immunitario, sta mettendo in pericolo la salute dell'uomo e del pianeta. Maggiori garanzie, controlli preventivi e più
efficaci, sono importanti non solo per gli umani, ma anche per i topi,
riferiscono i due poliziotti L. M. e F. C….
- Francesca guarda che Topaligo esiste veramente sai? È una località vicino
Sacile in provincia di Pordenone, io ci sono andata là una volta e tu? -
Incredibile, gli umani
pensavano anche ai topi? Nessuno ci poteva credere fra i Topi dalle Grandi Code
Rosa, mai nessuno si era interessato a loro. Appena finito di leggere
l’articolo si sentirono strani, anzi stranissimi rumori. In lontananza si
potevano vedere ruspe che in breve tempo avevano distrutto quella discarica che
comunque era stata anche fonte di vita per i topolini….. e ora che avrebbero
potuto fare? Come si sarebbero sfamati? Non avrebbero più avuto niente. Era così
che gli umani pensavano al loro benessere? La delusione era enorme, fino a
quando………non ci potevano credere, dieci poliziotti erano arrivati a Topinlandia.
Si nascosero come potevano mentre gli umani raccoglievano tutte le lattine, ma
quelle erano le loro case! Era davvero la fine di tutto! Rimasero nascosti fino a quando anche l’ultima
lattina fu raccolta. Ora che le abitazioni erano tutte distrutte, temevano per
la loro vita. Fra i poliziotti però, riconobbero i due che avevano salvato
Ratata e Topgnam, allora non era possibile che volessero la loro distruzione.
Infatti, come d’incanto, dalle macchine vennero scaricate decine di case di
Barby, erano a due piani, anche tre, erano rosa e bianche e avevano anche i
gerani finti nelle finestre.
- Francesca tu lo sai
che bambole sono le Barbie, tu ci giocavi da piccola con le bambole? Le Barbie,
sono … come quelle che i miei amici hanno messo sul Partenone a scuola, quello che c’è nell’atrio,
sai quale Francesca? -
Inoltre, da quel
giorno in poi, a Topinlandia regnò l’abbondanza, perchè ebbero grandi scorte di
cibo che i due poliziotti non dimenticavano mai di portare e non esisteva più
la paura: nelle notti di luna piena non succedeva niente di pericoloso e si
poteva andare a passeggiare tranquillamente. Ora tutti sapevano cosa era
successo ai Topi dalle Grandi Code Rosa scomparsi.
- Francesca ti
interessa sapere cosa successe a Ratata e Topgnam? -
Di certo, dopo
l’esperienza vissuta, sapevano che uranio non era un cognome e che isotopo
non era il nome di un topo, bensì è un termine che indica gli elementi chimici
che presentano un diverso numero di massa, ma uno stesso numero atomico
- Francesca grazie che
mi hai suggerito la definizione di isotopo –
e a spese loro
sapevano gli effetti che produceva l’esposizione al 235, che non era un numero
civico. Ratata, infatti, aveva perso il pelo che aveva sul suo bel ciuffetto
che non era più ribelle e la sua pelliccia era tutta a strisce sulle braccia,
mentre il povero Topgnam era completamente senza pelo, gli erano caduti anche i
baffetti, poverino! I due rimasero compagni di formaggio più che mai e Roditop,
diventò il loro autista personale, del resto erano considerati gli eroi di Topinlandia,
era merito loro se i Topi dalle Grandi Code Rosa vivevano felici, beati
diventando persino tutti più ciccioni.
Insomma tutti vissero
per sempre felici e contenti.
- Non è così che
finiscono tutte le favole? Francesca questa storia mi piace tanto, mi sono
divertita con te, sai? Spero che piaccia anche ai miei compagni di classe. Tu
cosa dici? Piacerà anche a loro? –
- Cara Diana, a me la
tua storia piace tanto, sei stata bravissima ed hai lavorato con impegno. L’unico
modo per sapere se piace anche ai tuoi amici sai qual è? Quello di
leggergliela, che ne dici se andiamo subito in classe? Quando hai letto la
storia chiederai loro che ne pensano? Ti va bene questa proposta? -
- È meglio Francesca. –
- Vi è piaciuta la mia
storia? –
La risposta????
Dipende da voi che
avete letto!
© F. Costa, D. Maranzana